Il 15 luglio 2013, in Provincia di Venezia a Ca’ Corner si è riunita la prima commissione provinciale (Affari istituzionali e generali) convocata dal presidente, il consigliere Beniamino Boscolo Capon, per un aggiornamento sul percorso normativo in corso e finalizzato al riordino o abolizione delle Province, e istituzione delle città metropolitane; presente all’incontro anche l’assessore provinciale al Bilancio Pierangelo Del Zotto. L’analisi della situazione, con l’esame degli ultimi passaggi normativi, è stata compiuta e illustrata dal direttore generale Giuseppe Panassidi.
Direttore generale Panassidi: «La Corte Costituzionale, com’è noto, ha abrogato gli art. 17, 19, 20 e 23 della legge sulla spending review, sulle funzioni di mero coordinamento assegnate alle Province, e la loro revisione come enti di secondo grado, con organi di governo non eletti direttamente dai cittadini, ma nominati. Ha inoltre cancellato anche l’art. 18 che prevedeva l’istituzione della città metropolitana. Resta tuttavia in vita l’art. 15, che prevede il dimezzamento del numero di consiglieri e di assessori. Il ddl costituzionale del Governo, presentato subito dopo la pronuncia della corte e oggi finalmente pubblicato e reso disponibile sul sito del Governo, propone alcune modifiche costituzionali: primo, la cancellazione del termine “Provincia” dagli art. 114,117, 118, 119 e 120 del titolo V della Costituzione (restano soli i comuni e le regioni). Secondo, l’eliminazione anche della città metropolitana fra gli enti costitutivi della repubblica, ovvero si apre anche in questo casa la strada ad un ente si secondo livello, ad elezione indiretta. Sarà poi compito di una legge ordinaria dello Stato definire e regolamentare l’esercizio delle funzioni previste per le Province e le città metropolitane. La novità contenuta nel nuovo art. 114 è la proposta di un modello più flessibile di organizzazione amministrativa dell’area vasta, che per i piccoli comuni riguarda l’unione dei comuni, e per le grandi realtà urbane la nascita della città metropolitana».
Circa i tempi previsti per l’attuazione del cambiamento, Panassidi cita l’esempio della più veloce riforma costituzionale della storia della Repubblica, quella dello scorso anno per il pareggio di bilancio, avviata nel marzo 2011 e conclusa nell’aprile 2013: «Ipotizzando la stessa velocità, possiamo prevedere 13 mesi almeno per la riforma, e poi altri 6 per la stesura della legge ordinaria, in tutto 20, 21 mesi circa». Resta aperta la questione dei commissariamenti delle Province: gli enti provinciali commissariati nel 2011 risulterebbero privi di una norma che potesse giustificarne il commissariamento; questione formale che non tuttavia non ha riguardato le Province che andavano al voto lo scorso anno, dunque commissariate nel 2012, ma sulla base della legge di stabilità.
In chiusura dei lavori il presidente Beniamino Boscolo Capon (Pdl) ha dichiarato: «La proposta del consigliere Bortoluzzi mi trova pienamente d’accordo: pone l’accento sulla necessità di un coordinamento più politico che tecnico. Condivido il fatto che il nostro ruolo, in questa fase delicata, debba essere attivo e propositivo».