Oggi 5 novembre dalle ore 10 alle 17 a Roma la presidente della Provincia di Venezia Francesca Zaccariotto e la presidente del Consiglio provinciale Marina Balleello hanno partecipato con i consiglieri Giuliano Fogliani, Massimo Universi, Michael Valerio (Lega), Beniamino Boscolo Capon, Riccardo Tosello(Forza Italia), Pietro Bortoluzzi, Claudio Bullo, Emiliano Teso(gruppo I 300), Mariagrazia Madricardo, Lionello Pellizzer,Loredana Serafini (PD), il direttore generale Giuseppe Panassidi, all’assemblea nazionale delle Province promossa dall’Upi al teatro Quirino sul tema “Resettiamo l’Italia e ripartiamo dalla Costituzione”.
La giornata si è divisa in due sessioni: la prima, dalle 10 alle 13,30, riservata alla discussione sulle criticità istituzionali ed economiche derivanti dalla riforma, aperta anche all’intervento di tutti i presidenti delle Provincie, compresi quelli delle dieci destinate a diventare Città Metropolitane. Nel primo pomeriggio, dalle 14, si affrontano i temi legati all’impatto sul personale delle Province generato dall’eventuale approvazione del ddl Delrio, attualmente in discussione alla Camera in commissione affari istituzionali. A questa sessione sono intervenuti i sindacati confederali e di categoria, le forze economiche e sociali, le rsu in rappresentanza dei dipendenti provincia.
Come Provincia di Venezia, si è daccordo che la riforma va fatta, va alleggerita la burocrazia (soprattutto per riavviare l’economia e il lavoro) e ridotto il costo generale della pubblica amministrazione, ma prima occorre partire dallo Stato, dal centro della burocrazia e della politica, da ciò che non funziona e costa di più. Poi si può mettere in ordine la periferia. Va visto caso per caso, analizzato ciò che non funziona, e assunto a modello ciò che invece va bene. Questo è il nostro caso, la Provincia di Venezia è un’organizzazione che dà lavoro a oltre 500 persone, con il bilancio a posto nonostante i tagli. Un ente che anche quest’anno riesce a rispettare il patto di stabilità, che investe nelle imprese e nel territorio, e paga i fornitori in meno di 20 giorni.
Non ha più senso gridare “al lupo al lupo”, perché il lupo purtroppo non è l’ente Provincia. Si guardino invece le prefetture e gli uffici periferici del governo, i provveditorati, le società partecipate, quelle regioni e quelle province che se fossero aziende private sarebbero già in bancarotta, fallite da un pezzo. È stato ribadito in modo unitario che il disegno di legge Delrio è incostituzionale, antidemocratico, e foriero solo di un nuovo aumento della spesa pubblica, scritto in un testo confuso e che rischia di complicare ulteriormente ciò che funziona, come già sottolineato dai molti esperti, sia di diritto che di economia. Vogliono far passare l’abolizione delle Provincie come la soluzione dei problemi del nostro Paese, ma noi sappiamo che l’84% delle strade italiane sono provinciali ed è in provincia che si genera lavoro ed economia, la bellezza dei territori e dei prodotti è ancor oggi nonostante la crisi creata in provincia».