E’ stata pubblicata il 30 novembre 2013, sul Bollettino ufficiale della Regione del Veneto, la Legge regionale n. 32 del 29 novembre 2013, detto PIANO CASA: “Nuove disposizioni per il sostegno e la riqualificazione del settore edilizio e modifica di leggi regionali in materia urbanistica ed edilizia”.
Con l’approvazione di questa legge l’amministrazione del Centro Destra della Regione Veneto, ha raggiungo un importante obiettivo che è quello di fornire continuità ad una legge fondamentale per lo sviluppo del nostro territorio.
Con varie modifiche alla legge regionale 8 luglio 2009, n. 14 (PIANO CASA BIS) e alla legge regionale 8 luglio 2011, n. 13 (PIANO CASA), con un approfondito lavoro in Seconda Commissione consiliare, la Regione Veneto è riuscita a favorire:
– l’utilizzo dell’edilizia sostenibile
– l’abolizione di barriere architettoniche
– interventi in deroga a regolamenti, strumenti urbanistici degli EE.LL.
– l’ampliamento degli edifici esistenti (riqualificazione/energetico)
– riduzioni al contributo di costruzione, azzerato per la prima casa, se si utilizza fonti di energia rinnovabile superiore a 3 kW.
A fronte dei positivi risultati ottenuti con il “Piano Casa” e il “Piano Casa bis”, con questo “Piano Casa ter” si estende la sua applicazione per ulteriori cinque anni, con nuove disposizioni volte non solo a renderne più agevole l’applicazione, ma anche ad incentivare la riqualificazione dell’edificazione esistente, da un lato incrementando le attuali percentuali di ampliamento, dall’altro riconoscendo ulteriori bonus volumetrici per:
– gli interventi di messa in sicurezza sismica degli edifici;
– la ricostruzione di edifici esistenti in classe di prestazione energetica di tipo A;
– gli interventi di bonifica dall’amianto;
– la demolizione e ricostruzione degli edifici situati in zona ad alta pericolosità
idraulica.
Sempre incentrata sulla riqualificazione, ma questa volta finalizzata all’ eliminazione delle barriere architettoniche, è anche la norma che concede ulteriori incrementi volumetrici a fronte di interventi atti a garantire la fruizione di edifici residenziali privati e pubblici o, sotto altro profilo, la disposizione che consente di dare il via ad articolate operazioni di rigenerazione urbana per il recupero di edifici dismessi, o in via di dismissione, situati in zona impropria, purché non agricola.
Da segnalare, infine, la disposizione redatta in attuazione del nuovo articolo 2
bis del DPR 380/2001 in tema di distanza tra le costruzioni, nonché quella, posta a chiusura del Capo I, finalizzata a rendere più omogenea l’applicazione della legge sul territorio regionale e a superare, fermo restando l’ambito di applicazione previsti dall’articolo 9 della legge regionale 14/2009, le numerose limitazioni imposte dalle vigenti delibere comunali di recepimento della legge che, conseguentemente, sono dichiarate inapplicabili.
Il report 2013, sui risultati dei “Piano Casa” diffuso dalla direzione regionale competente, a distanza di 4 anni, ha fatto ammettere anche all’opposizione di Centro-Sinistra, la bontà di questi provvedimenti, sotto l’aspetto economico e del lavoro, con circa 2,5 mld di euro di movimentazione, ma anche sul consumo del suolo, sulla qualità di costruzione e infine sull’innovazione e risparmio energetico. Comunque, non si sono risparmiate le demagogiche e strumentali critiche del gioco delle parti.