Oggi, per aziende e famiglie, visti i problemi legati alla crisi economica, l’aumento delle tasse e delle bollette, ma anche i danni e i disagi delle avversità metereologiche, se si vuole e impegnandosi, come Amministrazione Comunale si possono trovare soluzioni per dare un po’ di ossigeno ai bilanci aziendali. Questa volta parliamo degli Stabilimenti Balneari e delle concessioni. Proprio oggi, 10 settembre 2015 alle ore 16 in sala del Consiglio Comunale, su mia proposta, si è tenuta una commissione per ripristinare la delibera 44/2010 relativa ai canoni demaniali marittimi. Ovviamente, visto che esiste un precedente, a Chioggia e altri esempi in altre località marittime, è comunque un provvedimento complesso e difficile per l’Amministrazione Comunale perchè dovrà dire allo Stato che introiterà all’incirca un milione di euro in meno (costo risparmiato dalle aziende), dimostrando che la normativa nazionale è applicabile anche per il nostro territorio.
Nel 2010, la giunta Tiozzo, con questa delibera (44/2010) ha permesso alle aziende che insistono sul demanio di pagare il canone demaniale per l’effettivo utilizzo ai sensi della normativa vigente. L’idea era nata quando ero assessore, nel 2009, dopo aver incontrato colleghi di altri comuni costieri del Veneziano, ed essermi confrontato con le associazioni locali, con l’ex sindaco Romano Tiozzo eravamo giunti alla soluzione che a Chioggia, fuori stagione, quando la spiaggia veniva sgomberata da ombrelloni, chioschi e sdrai (fascia B dell’Arenile) si poteva applicare la normativa per un giusto pagamento dell’effettivo utilizzo della spiaggia, con un risparmio molto interessante per le aziende e colpendo in maniera ininfluente le casse del Comune (40.000 euro circa) “. Poi però, io a Settembre del 2009 sono stato eletto Consigliere Provinciale, e ho dato le dimissioni da assessore, e la Giunta comunale in carica la ha approvata dopo 6 mesi senza di me, con qualche errore e imprecisione. Successivamente è arrivato il commissario prefettizio (Dicembre 2010) e a Maggio del 2011 ci sono state le nuove elezioni comunali, e la delibera non è stata più applicata ed è stata dimenticata.
Questa giusta opportunità è prevista dalla normativa nazionale (art.3 c.4 D.L. 400/93 convertito in legge 494/93), che indica che i canoni delle concessioni demaniali marittime, anche pluriennali, siano rapportati alla effettiva utilizzazione del bene oggetto della concessione, se l’utilizzazione è entro l’anno. E la sua corretta interpretazione e applicazione era stata appurata (19 gennaio 2010) presso l’Agenzia del Demanio sez. Veneto. Quindi, la Delibera di Giunta 44/2010 veniva applicata nella fascia B delle aree individuate dal Piano urbanistico attuativo dell’arenile, a condizione che detta area fosse completamente sgombra da qualsiasi attrezzatura, opere e manufatti rimovibili, in un periodo precedente alla sua applicazione. Le uniche opere che potevano rimanere sull’aree (fascia B) erano quelle a protezione dagli agenti atmosferici dell’arenile, perché parificate a opere di utilità pubblica.
A onor del vero, recentemente, anche l’Amministrazione Casson modificando il Regolamento della disciplina delle attività balneari, approvato con Delibera del Consiglio Comunale N.28 del 25 marzo 2015, ha recepito la normativa nella fattispecie delle autorizzazioni a realizzare corridoi di lancio/atterraggio nell’arenile (articolo 20, comma 9), e allora perchè non estendere questo diritto?
Non si parla di una riduzione del canone, o di un privilegio da assegnare, ma di un diritto che può essere esercitato ovviamente, con una corretta procedura che non lasci spazio ad interpretazione di sorta. Il Sindaco di Chioggia, avv. Giuseppe Casson, ha dichiarato la chiara volontà di seguire questo percorso e di avere già pronta la bozza, in attesa dei necessari pareri.