Proprio in questo giorno, di questo mese, ma di 4 anni fa (22/10/2017) la bellezza di 2.300.000 di elettori del Veneto (duemilionietrecentomila – affluenza del 57,2%) hanno voluto dare fiducia a quell’idea di sistema di autonomia virtuosa a beneficio di tutto il paese, attraverso il voto favorevole al REFERENDUM PER L’AUTONOMIA DEL VENETO (e Lombardia per i lombardi).
Ricordo che, il giorno dopo, era stata approvata una delibera prodromica ad un disegno di legge per redigere una proposta di legge statale per trasferire 23 competenze previste dallo Stato alla Regione, erano state fatte, inizialmente, trattative, per giungere, ai sensi dell’articolo 121, comma 2, della Costituzione, ad un disegno di legge costituzionale avente come oggetto il riconoscimento del Veneto quale regione a statuto speciale. C’erano delle scadenze da rispettare, prima ad ottobre 2018 e poi a febbraio 2019, ma a quanto pare non si è riusciti ancora a “incassare” quanto costituzionalmente previsto. (Tutto nato grazie al Progetto di Legge regionale che porta i nomi degli ex consiglieri di Forza Italia Toniolo/Tesserin)
Meno male che il dossier, oggi, è nelle mani del ministro per gli Affari regionali azzurra Mariastella Gelmini che non ha mai chiuso il “cantiere del regionalismo differenziato” facendo inserire tra i documenti collegati alla prossima Legge di Bilancio, anche la legge quadro sull’autonomia regionale. Ma questa Riforma potrà essere realizzata solo se l’argomento non interessa solo a Forza Italia ma interesserà anche tutte le altre forze politiche di maggioranza e minoranza: l’iter è complesso e delicato, staremo a vedere la serietà della Politica.