Stato di crisi idrica nel Veneto: non piove bene da mesi.

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Con ordinanza regionale di maggio il Veneto entra in stato di crisi. Scarsità di acqua e neve, limitate riserve idriche portano a raccomandare l’Amministrazione del territorio della nostra regione ad un utilizzo dell’acqua moderata, dagli agricoltori ai cittadini che irrigono i giardini, lavano le proprie proprietà o riempiono piscine.

Anche un piccolo gesto aiuta che sia il controllo delle perdite dei rubinetti e mai lasciarla scorrere, l’utilizzo dello scarico wc differenziato, l’utilizzo di riduttori e magari della doccia invece che il bagno. Riutilizzare l’acqua, annaffiare alla notte, utilizzo di lavastoviglie e lavatricri solo a pieno carico. Limitare tutto questo se possibile ai soli scopi alimentari e di igiene personale.

Lo stato di crisi è utile per prevenire future emergenze acute e nel nostro territorio in particolare l’acqua, fornita da Veritas, è per la maggior parte di falda, prelevata nei campi acquiferi che si trovano a cavallo delle province di Venezia e Padova, una parte minore arriva, invece, dal fiume Adige.

Inoltre, il rifornimento dell’area sud e centrale del nostro territorio è supportato dal Savec, il Sistema acquedottistico del Veneto centrale, oggi integrato nelle gestioni idriche. Si tratta di un’infrastruttura molto importante, realizzata dalla Regione del Veneto attraverso la propria società Veneto Acque, in collaborazione con Veritas, Acque Venete ed Etra, all’interno delle province di Venezia, Padova, Rovigo e Vicenza.

Alle fonti veneziane si sono quindi aggiunte nuove acque di qualità elevata (prelevate dai pozzi di Camazzole, in provincia di Padova) per il rifornimento delle aree orientali delle province di Padova, Rovigo e Venezia, in particolare Chioggia, Cavarzere e Cona.