Forza Italia e lo IUS SCHOLAE

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Quando ci si scontra sui principi, e lo si fa per ideologia, ci si allontana sempre più dalla realtà.  Lo slogan contro un faticoso ragionamento (che oltre a costare fatica e meno produttivo, nel breve tempo, in  termini di consenso). Parliamo di “Ius Scholae”.

Non si tratta di un’apertura superficiale, visto che Forza Italia vive la fatica della propria comunità a capirne l’utilità dell’integrazione, ma di una politica seria che prova ad affrontare il problema per trasformarlo in un’opportunità. E’ un tema che va affrontato quello della migrazione e dell’integrazione: nelle scuole italiane ci sono figli di immigrati (circa l’11%, con punte al 30% nelle scuole primarie) che parlano italiano (o in dialetto) e che frequentano i nostri figli per decenni.

Lo “Ius Scholae” nient’altro è che uno strumento per favorire l’inclusione sociale degli immigrati regolari (un punto del programma elettorale) e l’intuizione di vincolare l’accesso alla cittadinanza al percorso scolastico è sensato principalmente per due motivi:
1) affidare il diritto alla cittadinanza all’educazione permette fin da subito di introdurre all’accesso di fondamentali diritti chiedendo l’assunzione dei doveri, plasmando cosi la persona a sentirsi veramente parte di una comunità in età adulta.
2) l’inverno demografico italiano esiste: pochissime nascite e invecchiamento della popolazione devono essere accompagnati da una futura forza lavoro (che deve essere per forza italiana).

Dare la cittadinanza a dei ragazzi e a delle ragazze che hanno frequentano la scuola italiana dell’obbligo non è perdere l’identità italiana, quella la perderemo se nei prossimi decenni non si faranno più figli e gli immigrati stranieri saranno sempre più numerosi. L’Italia non avrebbe una lunga storia di poeti, santi e navigatori se, nei secoli, non avesse saputo rinnovarsi.

Con Forza Italia e Antonio Tajani è giusto sostenere l’integrazione nei confronti di coloro che vogliono far parte di una comunità. La società è cambiata rispetto 30 anni fa, ma anche 10 anni fa se ci pensiamo, e questo pensiero è stato ben rappresentato dal coordinatore regionale del Veneto Flavio Tosi nella sua ultima intervista.

Penso che l’integrazione non sia un problema di colore della pelle, provenienza d’origine o religione ma di comportamento, rispetto della persona e osservanza delle leggi.

Lo “Ius Scholae” rappresenta per noi una visione moderna e inclusiva dell’Italia, dove il diritto alla cittadinanza per i giovani che crescono e studiano nel nostro Paese diventa un elemento di coesione e integrazione. In un mondo sempre più interconnesso, è fondamentale riconoscere l’importanza dell’educazione e della cultura condivisa per costruire una società più giusta e aperta. Con questo provvedimento, vogliamo rafforzare il senso di appartenenza e preparare le nuove generazioni a un futuro migliore, dove le diversità culturali sono un arricchimento, non un ostacolo.