L’Arena intitolata ad Eleonora Duse a Sottomarina era stata chiusa nel 2015 quando il PD era al governo della Città. Nel 2018, invece, i grillini sono riusciti ad annullare l’unico bando pubblicato ed essere citati in giudizio dai partecipanti. Ma acqua passata non macina più… (leggi l’articolo del 2021 su questo argomento e leggi l’articolo del 2020 sempre su questo argomento) .
Con la celebrazione dei 100 anni dalla morte, 21 aprile 2024, l’Amministrazione comunale ha voluto fare un regalo alla “Divina” presentanto prima il progetto e poi aprendo il cantiere per la sistemazione e la copertura della arena di Sottomarina, intestata a lei: la divina Eleonora Duse.
Il progetto di recupero dell’Arena Duse a Sottomarina è nato proprio con la volontà di riqualificare uno spazio in stato di abbandono da quasi 10 anni, sfruttando il programma di finanziamenti UE per la “Rigenerazione urbana” per un valore di 3,2 milioni, oltre alla copertura sono previsti anche pannelli fotovoltaici, per una maggiore sostenibilità.
IL PROGETTO
Il progetto prevede la realizzazione di una copertura che vada a collocarsi nell’attuale manufatto dell’Arena al fine di poter sfruttare il suo spazio in un arco temporale più ampio. La copertura andrà a inserirsi nella struttura esistente rispettando gli assi visivi e le direttrici esistenti. L’obiettivo principale è quello di ridare allo spazio un landmark di grande impatto e al tempo stesso paesaggisticamente ben inserito, all’interno del contesto urbano. Tale nuovo elemento contribuirà a generare attrattività e interesse nell’area circostante. La copertura non solo consentirà di proteggere l’arena dagli agenti atmosferici, ma conferirà anche un carattere distintivo all’intera struttura, rendendola un elemento riconoscibile nell’area di Sottomarina. La copertura andrà ad inserirsi sulla struttura esistente sulla base di 12 nuovi plinti, i quali reggeranno un anello circolare che sarà la base delle travi che andranno a sorreggere l’intera copertura. La copertura inclinata, composta da pannelli sandwitch in lamiera zincata per una superficie totale di 2.200 mq, potrà ospitare in futuro 990 pannelli fotovoltaici, di dimensione 150 X 68 cm. L’obiettivo è quello di rendere l’area il più possibile indipendente dal punto di vista energetico ed essere un primo esempio di “best practice” in ambito di sostenibilità ambientale per tutta l’area.
Il primo step riguarda le realizzazioni di 12 pilastri verticali che sostengono l’intera struttura sulla base di 12 plinti in calcestruzzo armato gettato; di questi pilastri, 8 saranno in calcestruzzo armato gettato in opera aventi sezione 120×60 cm, i restanti 4 pilastri saranno in calcestruzzo armato gettato in opera aventi sezione 80×60. L’altezza dei pilastri sarà di 9,5 metri e sorreggeranno l’anello circolare descritto nel capitolo successivo.
L’anello circolare ha una doppia funzione: la prima di sostegno alle travi secondarie della struttura di copertura, la seconda fa riferimento alla funzione da ballatoio sopraelevato per le manutenzioni.
Infine, all’ultimo livello si trova la copertura a due falde con pendenze diverse con compluvio in corrispondenza di una delle travi principali. La struttura della copertura è interamente metallica ed è formata da quattro travi principali a doppio traliccio, poste a interasse 600 cm, e da un’orditura di travi che sostengono il manto di copertura in pannelli sandwich coibentati.
Nella copertura di circa 2.200 mq sono predisposti gli agganci per il fissaggio dei pannelli fotovoltaici; l’obiettivo è quello di installare 990 pannelli fotovoltaici capaci di rendere il più possibile l’area indipendente dal punto di vista energetico, creando una sorta di “cittadella dell’energia elettrica green”.