La Romea non può più aspettare

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Ci sono strade, in Italia, che più di altre raccontano storie di dolore, sofferenza e grandi perdite: una di queste è la Strada Statale 309 Romea. A chi oggi piange un proprio caro va il nostro abbraccio.

La Strada Statale 309 Romea, strada di grande traffico (pendolare, turistico e di mezzi pesanti) è tristemente nota, con i suoi 1,7 incidenti stradali per chilometro e un tasso di mortalità del 10%, come la strada più pericolosa d’Italia. (Rilevamento ACI/ISTAT di qualche anno fa). Lunga 127 Km, di cui 71 in Veneto, vede transitare quotidianamente oltre 25.000 veicoli, con una percentuale di mezzi pesanti che oscilla tra il 20% e il 25%. Questi numeri evidenziano l’enorme pressione a cui è sottoposta questa infrastruttura, progettata in un’epoca in cui il volume di traffico era significativamente inferiore.

Serve sicuramente un tracciato alternativo, una variante all’attuale Romea, o forse serviva quella “Romea Commerciale” che nel 2014 era quasi pronta a partire e che sarebbe oggi già realizzata da qualche anno (con alcuni tratti in trincea o galleria per minimizzare l’impatto ambientale e paesaggistico): un’autostrada da Orte a Mestre, prevista principalmente per alleggerire la Romea dai mezzi pesanti ma anche dal traffico veicolare delle ore di punta.

Sono dell’opinione che i 57 interventi previsti da Anas, per un totale di oltre 200 milioni spesi, saranno solo dei paliativi perché si ammodernerà e si sistemerà l’attuale tracciato, già asfittico di traffico con l’aggravante dei cantieri.

Intanto, il pensiero va ad alcuni tratti “off limits” che si spera vengano presto presi in considerazione: lo svincolo di Brondolo (Chioggia), i 4 sbocchi “maledetti” (Rosara, Campagna Lupia, Lugo e Lughetto) e infine il semaforo di Malcontenta (Mira) che crea uno stop improvviso al traffico, causa di tamponamenti.

Ça va sans dire, solo per rimarcare a chi in Regione vuole lasciare in disparte gli azzurri: quando c’era Forza Italia al Governo della Regione Veneto e ci si occupava dei lavori pubblici, per fare un esempio, il “Passante di Mestre” è stato realizzato, presto, bene e per davvero, in alternativa al tracciato della “Tangenziale di Mestre”, oggi più scorrevole e vivibile.

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