Il messaggio che emerge con forza dal convegno sulla Sanità organizzato da Forza Italia Chioggia, dedicato a uno dei temi più sentiti e urgenti del nostro tempo, è la necessità di una riforma… ma perchè è cambiata la società, gli strumenti, e la medicina stessa. L’incontro, dal titolo evocativo “La Sanità è in salute?” ha raccolto una partecipazione significativa di cittadini, operatori sanitari e amministratori locali. Non solo un confronto politico, ma un momento di ascolto e proposte concrete, guidato dalla consigliera comunale delegata alla Sanità Francesca Donà, con il contributo di relatori di rilievo come l’on. Flavio Tosi, il dott. Giancarlo Ruscitti e il dott. Adriano Marcolongo.
Chioggia non è una realtà qualsiasi. Con un bacino d’utenza che supera le 47.000 persone e una forte componente di popolazione anziana, la città vive quotidianamente le difficoltà di un sistema che fatica a garantire servizi tempestivi ed equi. La presenza del presidio ospedaliero locale, pur preziosa, non può da sola sostenere l’intera domanda di salute. E la Romea, la Strada Statale 309, spesso è di ostacolo alla mobilità e alla fruizione dell’Ospedale all’Angelo di Mestre. Per questo è necessario difendere i servizi esistenti e richiedere quei servizi che non ci sono più da qualche tempo.
Il tema delle Case di Comunità e dell’Ospedale di Comunità è stato centrale nel dibattito. Si tratta di strutture fondamentali per un nuovo modello di medicina territoriale, ma che, in molti casi, restano ancora sulla carta o sono sottoutilizzate. Uno dei punti toccati è stato l’utilizzo ancora scarso del servizio 116/117, dedicato alle urgenze non gravi. Uno strumento che potrebbe alleggerire il carico dei Pronto Soccorso, spesso intasati da accessi impropri, ma che pochi cittadini conoscono davvero. Serve una campagna informativa capillare, a partire dalle scuole, dai medici di base e dai centri anziani.
Nel tempo delle connessioni digitali e dell’intelligenza artificiale, la telemedicina non è un’opzione futuristica, ma una risposta concreta a problemi urgenti: liste d’attesa infinite, carenza di personale, difficoltà logistiche per chi vive in zone periferiche. Secondo l’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali, l’uso strutturato della telemedicina potrebbe ridurre del 30% gli accessi inutili agli ospedali. Una cifra che fa riflettere. Ma ancora oggi, molti cittadini non sanno nemmeno come accedere a questi servizi, né tantomeno cosa siano. Qui si gioca una delle partite fondamentali: formazione, alfabetizzazione digitale e accessibilità per tutti.
Il dato è chiaro: 1 medico su 14 lascia l’Italia per cercare condizioni di lavoro migliori all’estero. La carenza di personale sanitario è ormai strutturale. Anche a Chioggia, la difficoltà nel reperire medici specialisti. Serve un nuovo patto sociale per il personale sanitario, che preveda stipendi adeguati agli standard europei, percorsi di carriera attrattivi, stabilità contrattuale e meno burocrazia. Il rischio, altrimenti, è quello di svuotare i nostri ospedali e rendere il sistema pubblico sempre più fragile.
Chioggia, come molte città italiane, affronta un profondo squilibrio demografico. L’invecchiamento della popolazione, unito alla denatalità, sta cambiando radicalmente la domanda sanitaria. Si stima che entro il 2030 in Veneto il rapporto tra popolazione attiva e pensionati sarà vicino all’1:1. Questo significa più malattie croniche, più bisogno di assistenza domiciliare, più costi per la sanità pubblica. Il convegno ha evidenziato come servano politiche innovative: assistenza domiciliare integrata, prevenzione oncologica sistematica e una nuova cultura sanitaria che coinvolga attivamente i cittadini.
L’iniziativa promossa da Forza Italia Chioggia ha il merito di aver acceso un faro su problemi reali e proposto soluzioni coraggiose. Il segretario comunale Beniamino Boscolo, l’assessore Sandro Marangon e il presidente della commissione consiliare Davide Vianello hanno ribadito, tra i saluti iniziali, l’impegno per un dialogo costruttivo con le istituzioni regionali e statali. La sanità non è solo un diritto: è un indicatore di civiltà e qualità della vita. Per questo serve visione, ma anche la volontà di agire.