“Una viabilità più europea” è il titolo di un interessante incontro organizzato dal capogruppo di Forza Italia al Parlamento Europeo, on. Elisabetta Gardini. Invitati per l’occasione ad intervenire il Prof. Luigi D’Alpaos, le istituzioni regionali azzurre (Massimiliano Barison, Massimo Giorgietti e Elena Donazzan), oltre a parlamentari, amministratori locali ed esperti di settore.
Sabato 22 aprile dalle 09.00 alle 13.00 presso Sheraton Hotel a Padova siete tutti invitati a questo utile conferenza, occasione di incontro e scambio di idee.
Concludiamo la nota di invito con questo interessante estratto:“…Se il mondo dei burci è ormai storia ed i Navigli a Milano son stati ingloriosamente interrati, non di meno fra Veneto, Emilia Romagna e Lombardia la massa complessiva di merci movimentate per via fluviale sui circa 300 km fra canali e fiumi oggi navigabili sarebbe cresciuta dai 100 milioni di t del 2005 addirittura ai 350 milioni di t del 2008”. “…Nel 2010, in un convegno dell’UNII (Unione Navigazione Interna Italiana) il Presidente Mario Borgatti ebbe a dichiarare come solo l’essere progressivamente riusciti a deviare virtuosamente verso il traffico fluviale diretto ai porti interni la movimentazione di 150.000 t di soia, avesse secondo calcoli abbastanza realistici già evitato nelle zone interessate il transito di circa 70.000 TIR in quattro anni”. “…Altro vantaggio attuale è la ormai raggiunta chiarezza e coerenza del quadro normativo. La Direttiva Europea 2006/87/CE fissa i requisiti standard…L’ultima ridefinizione delle caratteristiche è avvenuta con la Direttiva 2009/46/CE. Le vie d’acqua di interesse comunitario son state suddivise con attenzione a tutti gli aspetti territoriali in quattro zone, più il Reno (zona R) oggetto di una specifica convenzione. A tutto il 2011 compreso, il trasporto fluviale in Italia condizionato dalla storia recente e dalle pressioni della lobby del trasporto su gomma – rappresenta ancora solo circa l’1% del totale, a fronte del 42% in Olanda, del 18,5% in Austria, il 15% in Francia e il 14% in Germania; vi sono dunque margini di razionalizzazione e miglioramento impressionanti, con benefici non marginali per l’ambiente e per la bilancia dei pagamenti per quanto attiene alle importazioni di petrolio, nonchè della possibilità di mettere finalmente a frutto, sul modello degli altri Paesi europei, grandissime opportunità di sviluppo turistico per giunta in modalità ecosostenibili, ancora solo marginalmente sfruttate. In tempi di spending review sempre più stringente, non ci sembra un’opportunità da sottovalutare.” (Valerio Ricciardi-2014)