Va subito ricordato che il voto referendario, del 22 ottobre 2017, non può essere ignorato (”qualsiasi consultazione referendaria ha incorporato in sé un atto costituente” cit. Corte Costituzionale) e le tempistiche sono un segno della qualità con cui la politica opera, basta pensare che dal 1970 esistono le Regioni e da oltre 70 anni esiste la Costituzione. Se poi si parla di debito pubblico… apriti cielo!
Si parta dai livelli essenziali delle prestazioni: l’articolo 117 della Costituzione prevede che lo Stato deve determinare «i livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale». riconoscendo alle Regioni «nuove e più ampie forme di autonomia», specialmente in tre ambiti: Scuola, Salute e Servizi Sociali e poi il Governo pensi ad una stagione di riforme: Fiscale, della Giustizia, della burocrazia e del Lavoro.
Meno Stato su burocrazia e tasse, più Stato su sicurezza e infrastrutture!
Il Veneto, confinante con il Friuli Venezia Giulia e il Trentino Alto Adige (regioni a Statuto Speciale), insieme a Lombardia ed Emilia Romagna detiene oltre il 60% del PIL Italiano e se c’è la proposta di migliorare i servizi e diminuire le spese attraverso l’Autonomia, sarebbe una mancata opportunità quella di non provarci!
Forza Italia vuole l’autonomia, e Beniamino Boscolo, rispettoso della Costituzione, si batterà per questo, visto che se esistono differenze tra Regioni del Sud e Regioni del Nord la causa è dello Stato e della centralità del Governo (il criterio della spesa storica è fonte di sprechi e inefficienze): abbiamo bisogno di una politica di numeri, di risultati e di cose concrete da fare. Di una politica della responsabilità!